lu aurich

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Biografia di lu aurich

I primi contatti con l’argilla risalgono alla sua infanzia, quando, dopo un acquazzone, amava giocare e confondersi nel fango in compagnia di affetti primordiali. Da sempre ha visto e gustato il cibo tipico del suo paese d’origine, Vitória (Brasile), preparato e servito in una pentola di terracotta di fattura artigianale capace di conferire alle pietanze un sapore unico e singolare. Gli studi universitari in Belle Arti le forniscono le basi tecniche di lavorazione della ceramica. Il workshop con la ceramista Silmara Watari, vissuta per anni in Giappone, l’avvicina al mondo orientale e, in particolare, alle tecniche artistiche giapponesi. A Milano, dove ha vissuto per 5 anni, Lu Aurich continua la sua ricerca artistica. Nasce la passione per il raku, tecnica caratterizzata da un’atmosfera magica dovuta all’imprevedibilità dei risultati che garantisce l’unicità dell’oggetto. Sviluppando il concetto di arte da indossare, inizia la produzione di gioielli, ad oggi esposti a Milano, Roma, Lecco, Potenza, Venezia, Barcellona, Dublino e Sao Paulo (Brasile).

Nel tentativo di creare un proprio vocabolario l’artista brasiliana costruisce con nastri di argilla delle lettere, strutture fragili come le parole che svaniscono non appena pronunciate: parole leggere, spontanee, sincere. Queste lettere vengono a volte cucite insieme in un pannello, a volte lasciate libere permettendole di aggregarsi e formare nuove “frasi” nell’arduo tentativo di esprimere ciò che è indicibile. Le cuciture, il filo delle idee che unisce gli elementi caratterizzanti l’opera di Lu Aurich, si ripresentano anche nei quadri, ma in modo solo accennato, con l’aspetto di tracce e graffi. I suoi oggetti parlano di creazione, di nuove forme di vita, come le creature che hanno la base rigida e geometrica, ma crescono in libertà sviluppando una forma organica dalla grande bocca, (apertura/fessura) che ha fame di comunicare e allo stesso tempo di tacere, accogliendo nel suo corpo rotondo i segreti più intimi. Anche l’uovo, da cui nascono le creature, ha la base rigida e il corpo libero, ma la sua bocca parla del momento in cui il guscio si crepa prima che ne esca la creatura. I colori metallici e lavici rammentano qualcosa di primitivo rimasto a covare all’interno della terra.

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